Stazione meteorologica di Rimini (RN)
Stazione meteorologica a norma MeteoNetwork - Rete MeteoNetwork - CC-BY 4.0
Dettagli e Webcam
Località:
Strumentazione: Davis Vantage pro2
Latitudine: 44.038 N
Longitudine: 12.6 E
Altitudine: 5 mslm
Altezza dal suolo: 20 cm
Schermatura: standard
Tipologia: urbana
Tipo ubicazione: tetto
Ranking mensile:
Ranking annuale:
Rimini ha un clima di transizione fra quello mediterraneo e quello più continentale della vicina Pianura Padana, con aspetti peculiari talora dell'uno e talora dell'altro che permettono di classificarlo come clima a cavallo tra quello temperato sublitoraneo e quello temperato subcontinentale. Le estati sono generalmente molto calde, ma grazie alla quasi mai assente ventilazione dai quadranti orientali (brezza di mare) durante il giorno le temperature massime difficilmente superano i 32º (anche se con tassi di umidità molto elevati e talvolta fastidiosi), tranne in condizioni del vento catabatico proveniente da S/W (il Garbino o Libeccio) che discendendo dai monti si riscalda e porta temperature che possono raggiungere anche punte di 38-40º ma con tassi di umidità bassissimi. Gli inverni sono invece nel complesso freddi e umidi con caratteristiche più spesso padane che mediterranee. Si contano, infatti, mediamente 46 giorni con temperature minime uguali o inferiori a 0º e anche la nebbia è un fenomeno tutt'altro che raro anche se generalmente non si presenta così fitta e persistente come in Pianura Padana e solo in rarissimi casi da luogo alla micidiale "galaverna" (nebbia congelantesi) tipica invece della regione sopracitata. Nonostante questi caratteristiche nettamente continentali l'influenza mitigatrice del mare si fa sentire e tiene le temperature quasi sempre di 1-3° gradi più alte di quella delle altre città di pianura della Romagna. Tra l'altro (anche se con maggiore rarità) il fenomeno del Garbino si può verificare anche in inverno quando porta a vertiginosi, quanto momentanei, incrementi della temperatura. Autunno e primavera sono le stagioni di passaggio per antonomasia e possono presentarsi come un prosieguo delle stagione appena finita, o come un anticipo di quella futura. Rimini è una città moderatamente ventosa (e questo ha anche il vantaggio di tenere solitamente più basso il livello delle polveri sottili) e viene attraversata generalmente da tutti i venti. Il più frequente è quello da N/E che si presenta in estate sotto forma di brezza di mare e in inverno sotto forma del freddo e impetuoso (con punte che hanno passato i 150 km/h nel settembre del 2004) vento di Bora, che precede solitamente le ondate di freddo ma che da solo non è in grado di portare la neve, tranne che in rare eccezioni. Il vento più freddo invece è il Ponente che in inverno raccoglie il freddo accumulatosi (a seguito di un'irruzione fredda) nel "catino padano" e, trascinandolo verso la città, è praticamente l’unico vento capace di portare la neve sulla costa. Il regime pluviometrico presenta un andamento sostanzialmente simile a quello caratteristico del tipo "Litoraneo padano" con una piovosità totale annua che mediamente si attesta sui 754 mm, abbastanza equamente distribuiti durante l'anno, con un massimo nella stagione autunnale (229 mm) ed un minimo relativo in inverno. La primavera ha invece una piovosità di 173 mm. La stagione estiva presenta una media di 188 mm di precipitazioni, che si presentano generalmente sotto forma di temporali anche violenti, sempre più rari però in questi ultimi anni e che hanno fatto diminuire sensibilmente i quantitativi medi di pioggia estiva. Come già detto, con i suoi 164 mm l'inverno è invece la stagione più asciutta, anche se in questo periodo non è raro che le precipitazioni assumano carattere nevoso, con accumuli generalmente scarsi, ma che a seguito di irruzioni fredde particolarmente intense possono risultare sorprendentemente ingenti (in passato anche superiori a 30 cm ora faticano a oltrepassare i 10) per una città costiera. Non a caso la media trentennale 61-90 di accumulo nevoso annuo è di 24.5 cm (uno dei più alti di tutte le città costiere dell'Italia e del Mediterraneo intero), comunque molto diminuito rispetto agli anni '60 del secolo scorso quando si avevano accumuli medi di 35/40 cm per inverno[3], con quello del 1962/'63 che risultò il più nevoso dall'inizio delle rilevazioni, portando a ben 103 cm di accumulo totale[4]. La nevicata più intensa ricordabile a memoria d'uomo è quella dell'11 febbraio 1929, che si protrasse per ben cinque giorni consecutivi e che depositò al suolo, a seconda dei luoghi ma soprattutto delle fonti, fra i 130 e i 195 cm di neve (come ricorda ad esempio Federico Fellini nel suo famoso film Amarcord[5]) ma con accumuli che in alcuni luoghi, a causa del vento, arrivarono anche a 300 cm[6]. In tempi più recenti, un'altra nevicata notevolissima per la città è stata quella del 6 e 7 febbraio 1967, quando caddero 80 cm di neve in poche ore[7]. Di fatto, questa resta la più intensa nevicata da tutto il dopoguerra ad oggi.